Relazioni violente: cosa sono e come distinguerle da quelle altamente conflittuali.

Relazioni violente: cosa sono e come distinguerle da quelle altamente conflittuali.

In caso di relazioni violente é importante che i professionisti siano adeguatamente preparati e che tale formazione consenta di saper distinguere le dinamiche della violenza intima da quelle dell’alta conflittualità per poter fornire una risposta di aiuto efficace e di supporto psicologico, legale, sociale.

Si definisce IPV (Intimate Partner Violence) o violenza intima, qualunque tipo di comportamento coercitivo, controllante, violento o abusante (fisico, psicologico, emotivo, sociale, sessuale, economico ecc.) che un partner agisce sull’altro.

Uno degli elementi caratterizzanti della violenza è l’asimmetria nella relazione, per cui la vittima di violenza resta intrappolata nella relazione abusante perché si trova in una situazione di inferiorità e/o dipendenza.

Un’altra caratteristica della violenza è ciò che la psicologa americana Leonore Walker ha descritto come ‘ciclo della violenza’ e cioè come una progressiva manipolazione e un assoggettamento della donna (anche se meno di frequente, ci sono molti casi di maltrattamenti sui partner da parte delle donne), che porta la vittima in una spirale di violenza sistematica e ciclica.

La Walker individua un modello comportamentale comune a tutte le relazioni caratterizzate da violenza in cui i maltrattamenti si presentano in maniera ciclica e identifica tre momenti cruciali e consecutivi:

  • fase della tensione, in cui la tensione si accumula e iniziano le violenze verbali e psicologiche con l’intento di sminuire ed svalutare la vittima che, non riuscendo a controllare l’agire violento, tenta di calmare il partner violento pensando di risolvere i conflitti e questo sbilanciamento di potere genera un’escalation di violenza;
  • fase dell’aggressione, in cui il partner maltrattante perde il controllo e agisce la violenza. La vittima non reagisce ed è impotente, prova paura e sentimenti di colpa;
  • fase della luna di miele, in cui l’aggressore chiede una riconciliazione, facendo credere alla vittima che cambierà e che ciò che è successo non accadrà più…

… finchè non ricomincerà la spirale maltrattante e il ciclo della violenza attribuendo alla vittima la responsabilità delle proprie azioni.

Immagine decorativa dell'articolo di Eleonora Zucchetti "Relazioni violente: cosa sono e come distinguerle da quelle altamente conflittuali": immagine in bianco e nero di donna rivolta di spalle con la scritta sulla spalla destra love shouldn't hurt

Un partner abusante mostra scarse capacità empatiche e assenza di rimorso per le sue azioni e per le conseguenze e le emozioni che tali condotte provocano nell’altro; presenta, inoltre, una marcata tendenza alla manipolazione e alla dissimulazione e un forte senso di dominio sull’altro, che percepisce come un oggetto di sua proprietà.

Collinson e Lynam (2021), in una meta analisi sui partner violenti hanno riscontrato la presenza di disturbi della personalità tra cui quello antisociale, quello bordeline, quello narcisistico e quello paranoide, mentre nella vittima prevalgono i disturbi di personalità dipendente e borderline.

Spesso la vittima di violenza presenta bassi livelli di autostima e sentimenti di inferiorità, un’elevata tendenza alla svalutazione di sé e alla sottomissione, tratti di dipendenza psicologica, situazioni di svantaggio economico ed isolamento sociale e familiare.

La relazione conflittuale è simmetrica, i partner si muovono accuse reciproche e colpevolizzano l’altro della propria infelicità; la dinamica conflittuale cresce nel tempo e sembra non trovare mai una risoluzione.

I partner provano sentimenti di rabbia e risentimento nei confronti l’uno dell’altro e agiscono la conflittualità con continui attacchi reciproci e azioni di rivalsa e può capitare che avvengano episodi di violenza situazionale e/o reciproca, secondo la definizione di Slootmaeckers e Migerode (2019) e cioè quella violenza che viene istigata dal conflitto.

È importante che i professionisti che lavorano con la violenza (avvocati, psicologi forensi, coordinatori genitoriali ecc.) siano adeguatamente preparati e che tale formazione (in ambito clinico, della psicologia giuridica e forense, legale ecc..) consenta di saper distinguere le dinamiche della violenza intima da quelle dell’alta conflittualità per poter fornire una risposta di aiuto efficace e di supporto psicologico, legale, sociale.

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